Vangelo Secondo Giovanni

Il Vangelo secondo Giovanni è uno dei quattro vangeli canonici contenuti nel Nuovo Testamento della Bibbia cristiana.Esso si presenta come il frutto della testimonianza del "discepolo che Gesù amava" (cfr. 21, 20-24; allo stesso risultato si perviene anche confrontando 19, 25 con 19, 35), che la tradizione identifica con l'apostolo Giovanni, figlio di Zebedeo. Oggi gli studiosi fanno comunque spesso riferimento anche a una scuola giovannea nella quale sarebbe maturata la redazione del vangelo e delle lettere attribuite all'apostolo[1].Scritto in greco, è composto da 21 capitoli e come gli altri vangeli narra il ministero di Gesù. Il Vangelo secondo Giovanni è notevolmente diverso dagli altri tre vangeli, detti sinottici, anche se sembra presupporre la conoscenza almeno del Vangelo secondo Marco, di cui riproduce talvolta espressioni peculiari. Mentre i sinottici sono focalizzati sulla predicazione del Regno di Dio da parte di Gesù, il quarto vangelo approfondisce la questione dell'identità del Cristo, inserendo ampie digressioni teologiche. In particolare Gesù viene identificato con il Logos divino, preesistente alla formazione del mondo. Il concetto di "logos" era stato utilizzato in vario modo nella filosofia greca già da alcuni secoli; ne scrivono ad esempio Cleante ed altri filosofi stoici. Giovanni, però, se ne distacca sottolineando ripetutamente anche l'umanità di Gesù, che, per esempio, scoppia in lacrime per la morte di Lazzaro 11, 32-38.

Contenuto del Vangelo di Giovanni

Il Vangelo secondo Giovanni si apre con il famoso "Prologo" o "Inno al Logos" (1,1-18). Qualunque sia stata la sua origine e la sua composizione (di cui vi sono molte ipotesi), esso svolge la funzione insostituibile di fornire la chiave di lettura di tutto il vangelo: tutto quello che Gesù dice e fa è parola di Colui che è la Parola eterna, è rivelazione del Padre, è segno che rimanda all'Incarnazione della Parola in Cristo. Secondariamente il prologo svolge una funzione analoga ai "vangeli dell'infanzia" di Matteo e Luca: escludere ogni dottrina adozionista.Secondo la maggior parte degli esegeti il testo del quarto vangelo consiste di due parti principali:La prima parte, il "Vangelo dei segni" (1,19-12,50) contiene la storia del ministero pubblico di Gesù dalla sua iniziazione battesimale per opera di Giovanni Battista alla sua conclusione. Il racconto è scandito da sette segni miracolosi, prescelti per le loro implicazioni teologiche, e si articola lungo sette eventi di festa. Il testo, quindi, può essere diviso come segue (ma molti altri schemi sono possibili):L'avvio della missione pubblica di Gesù nel corso della "settimana inaugurale" in Galilea (1, 19-2, 12). Giovanni Battista proclama che Gesù è l'agnello redentore a cui Isaia paragona il Servo di Jhwh (53, 6-7). Questa sezione culmina con la festa di nozze a Cana, durante la quale Gesù compie il primo segno;Il primo annuncio universale fatto ai giudei nel corso della festa di Pasqua, trasmesso poi agli "ebrei eretici" (i samaritani) e infine ai pagani della Galilea (2-4). Gesù si proclama "acqua zampillante per la vita eterna", realizzando così una seconda profezia messianica di Isaia (55, 1-5). Per Isaia l'acqua rappresenta lo spirito vivificante di Dio (44, 3). Questa sezione perciò culmina con la guarigione del figlio del funzionario reale (un centurione romano secondo Luca);Gesù partecipa poi ad un'altra festa dei Giudei (5), che si tiene di sabato. Nel suo corso Gesù guarisce un paralitico e si dichiara superiore al sabato, durante il quale secondo i farisei non sarebbe lecito compiere neppure le opere buone. Implicitamente si identifica con la Torah, i cinque libri "scritti da Mosè", che rappresentano la parola di Dio per eccellenza e governano il comportamento degli ebrei;Viene poi la seconda Pasqua (6), nel cui contesto Gesù opera altri due segni: la moltiplicazione dei pani e dei pesci e il cammino sulle acque, segni legati all'Esodo. Gesù si proclama "pane vivo disceso dal cielo" come la Manna e la Sapienza di Dio (di cui parlano Proverbi 9, 1-5 e Siracide 24, 19-21);Segue la Festa delle Capanne (7-9), durante la quale Gesù si proclama "luce del mondo" (cfr. Isaia 49, 6). Il passo si conclude coerentemente con la guarigione del cieco nato;Viene infine la Festa della Dedicazione (10-11), durante la quale Gesù proclama di essere il Buon Pastore profetizzato da Ezechiele (34, 23-31) e si identifica con Dio Padre (Giovanni 10, 30), padrone della vita. Segue la Risurrezione di Lazzaro;L'ultimo capitolo racconta l'ingresso di Gesù in Gerusalemme per la celebrazione della sua terza e ultima Pasqua, in cui giunge la sua ora.La seconda parte, il "libro dell'ora di Gesù" o "libro della gloria" (c. 13-20), presenta:l'ultima cena (13-17). Da notare che nell'esteso racconto dell'Ultima Cena, che occupa quasi un terzo del Vangelo, Giovanni curiosamente sostituisce il racconto della lavanda dei piedi al tema dell'eucarestia, punto invece centrale degli altri tre Vangeli canonici. Tutti i diversi aspetti che compongono il racconto eucaristico dei sinottici (benedizione e frazione del pane per tutti, potere salvifico del corpo e sangue di Cristo, tradimento di Giuda), compaiono invece nel cap. 6 di Giovanni, sempre nel contesto di una pasqua ma in una narrazione molto diversa;il racconto della Passione di Gesù (18-19);la resurrezione (20).Gli ultimi versetti del libro della gloria contengono una prima conclusione, che riassume gli obiettivi del libro (20, 30-31). Proprio alla luce di questi obiettivi sembra emergere l'unitarietà concettuale dei primi 20 capitoli, che trovano nelle parole conclusive di Tommaso (cfr. 20, 28) il riconoscimento umano di quanto affermato nel prologo (1, 14).

San Giovanni l'evangelista e Apostolo

.Giovanni (Betsaida?, inizio I secolo – Efeso, fine I secolo) fu un apostolo di Gesù. La tradizione cristiana lo identifica con l'autore del quarto vangelo e per questo gli viene attribuito anche l'epiteto di evangelista. Secondo le narrazioni dei vangeli canonici era il figlio di Zebedeo e Salomè e fratello dell'apostolo Giacomo il Maggiore. Prima di seguire Gesù era discepolo di Giovanni Battista. La tradizione gli attribuisce un ruolo speciale all'interno della cerchia dei dodici apostoli: compreso nel ristretto gruppo includente anche Pietro e Giacomo, lo identifica con "il discepolo che Gesù amava", partecipe dei principali eventi della vita e del ministero del maestro e unico degli apostoli presenti alla sua morte in croce.Secondo antiche tradizioni cristiane Giovanni sarebbe morto in tarda età ad Efeso, ultimo sopravvissuto dei dodici apostoli. Per la profondità speculativa dei suoi scritti è stato tradizionalmente indicato come "il teologo" per antonomasia, raffigurato artisticamente col simbolo dell'aquila, attribuitogli in quanto, con la sua visione descritta nel Libro dell'Apocalisse, avrebbe contemplato la Vera Luce del Verbo, come descritto nel Prologo del suo Vangelo, così come l'aquila, si riteneva, può fissare direttamente la luce solare.A lui la tradizione cristiana ha attribuito cinque testi biblici: il quarto vangelo, tre lettere e l'Apocalisse. Altra opera a lui attribuita è l'Apocrifo di Giovanni.


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